Luce nelle tenebre
Nel II secolo a.C., il popolo ebraico visse sotto l’influenza di due principati greci, uno in Egitto e l’altro in Siria. Erano i discendenti del generale Alessandro Magno, che aveva portato l’intero Medio Oriente a contatto con la cultura greca. Fra 170 e 164 B.C., una guerra terribile infuriò in Israele fra coloro che volevano fare di Gerusalemme una città greca e gli ebrei ortodossi che cercavano di proteggere l’identità ebrea. La violenza era iniziata con l’omicidio del sommo sacerdote. La guerra culminò con la profanazione del Tempio: furono sacrificati maiali e fu posta la statua di Zeus nel Luogo Santissimo. Di fronte a tanta oscurità, un piccolo esercito di ebrei pii sconfisse il potente governo di Antioco Epifane. Per ridedicare il Tempio era necessario accendere la Menorah, ma era rimasta solo una piccola quantità di olio sufficiente per un giorno. Tuttavia, la piccola luce nel Tempio rimase accesa, miracolosamente per otto giorni, il tempo necessario a fare nuovo olio. Per questo, durante Hannukah, si accende una nuova candela ogni giorno, fino all’ultimo giorno in cui si accendono otto candele.
Per tutti noi, la Festa di Hannukah rappresenta una sfida di fronte alle tenebre dell’antisemitismo che sta crescendo in tutto il mondo. La Chiesa è quindi chiamata a resistere a queste tenebre e ad essere profondamente radicata nell’intera parola di Dio, comprendendo il profondo significato del fatto che noi, rami selvatici, siamo stati innestati nell’ulivo di cui il popolo ebraico è i rami naturali (Romani 11).
Chag Hannukah Sameach