Una notte di terrore
In questi giorni ricordiamo come 83 anni fa, in uno scoppio di odio apparentemente spontaneo, le truppe d’assalto naziste, insieme a civili, danneggiavano o incendiavano centinaia di sinagoghe e migliaia di negozi ebraici in tutta la Germania. In poche ore, circa 30.000 ebrei furono rastrellati e portati nei campi di concentramento; molti si suicidarono per la disperazione. Fu l’inizio di sette anni di inferno sulla terra.
In retrospettiva, la Notte dei Cristalli è stata la scena iniziale della tragedia dell’Olocausto.
Ma non c’era niente di casuale nella Kristallnacht. Al contrario, è stato il risultato di sentimenti e ideologie antiebraiche profonde e di un lungo processo iniziato a partire dagli anni ’20 e ’30 di un’implacabile e continua demonizzazione degli ebrei attraverso i mezzi di comunicazione disponibili e di un’attenta pianificazione da parte dell’élite nazista.
Confrontare la situazione odierna con quella degli anni ’30 è difficile. Ma non possiamo evitare di trovare, a buon ragione, dei parallelismi. Molte delle condizioni che hanno caratterizzato l’Europa del primo dopoguerra si stanno sviluppando di nuovo intorno a noi: tra queste la paura, l’incertezza economica, la mancanza di coesione al centro della vita politica, i governi che rivendicano poteri esecutivi crescenti e livelli allarmanti di sentimenti antisemiti nei media.
Ci sono grandi differenze tra gli anni ’30 e oggi. Una di queste è che oggi esiste lo Stato ebraico di Israele: una patria sicura per gli eberi. Tuttavia, quella patria non è così sicura come può sembrare. Il risentimento anti-ebraico è spesso espresso oggi nell’odio per lo Stato ebraico di Israele. L’antisionismo è diventato il nuovo antisemitismo. Molti Stati e organizzazioni sono ancora impegnati nella distruzione dello Stato ebraico, è crescente il numero di coloro che lo dichiarano illegittimo e la comunità internazionale vorrebbe rinchiudere gli ebrei entro confini che minaccerebbero l’esistenza stessa dello Stato di Israele.
Gli esperti avvertono che l’antisemitismo è in aumento a livello globale. È pericoloso per un ebreo camminare per le strade di molte città europee o occidentali con la kippa. È allarmante, ad esempio, che questa settimana l’ambasciatore israeliano nel Regno Unito, Tzipi Hotovely, sia stato attaccato da una folla violenta dopo aver tenuto una conferenza alla London School of Economics, baluardo del pensiero occidentale e liberale.
Tutto questo è inaccettabile. È tempo di pregare con più fervore e di alzare la voce contro coloro che minacciano di annientare gli ebrei.
Non dobbiamo permettere che la storia si ripeta.