• David Ben Gurion nel Neghev | Foto: Cristiani per Israele Italia
Attualità

Yom HaAtzmaut

Edda Fogarollo - 19 Aprile 2021

Sono trascorsi pochi giorni dal 15 aprile, data in cui si è celebrato Yom HaAtzmaut, il “Giorno dell’indipendenza”, il giorno in cui si è ricordata la proclamazione dello Stato d’Israele, avvenuta il 5 del mese di Iyar del 5708. Era il 14 maggio del 1948, secondo il calendario gregoriano.

Non dobbiamo meravigliarci se le celebrazioni ebraiche non corrispondono mai a una data fissa, come nel nostro calendario, ma a date variabili, ciò è dovuto al fatto che il calendario ebraico segue le fasi lunari.

Tornando a quel giorno che ha cambiato la storia d’Israele, era un venerdì pomeriggio, poche ore prima di Shabbat. Nella sala del Museo di Tel Aviv, oggi noto come Independence Hall, in Viale Rothschild, sono riunite duecento persone, convocate da David Ben Gurion, per fare la più importante dichiarazione del secolo, una dichiarazione attesa da quasi due millenni.

Tra i partecipanti, c’erano nomi illustri e protagonisti del Sionismo, tra di essi anche l’audace e straordinaria Golda Meir. Tutti, dopo David Ben Gurion, firmarono la Dichiarazione dell’Indipendenza dello Stato d’Israele.

Questo firme fecero la storia, infatti, era il 70 d.C. quando venne distrutto il Tempio di Gerusalemme. Da quella terribile data, per millenni, gli ebrei di tutto il mondo durante Pesach si sono augurati Hashana haba’a b’Yrushalayim (השנה הבאה בירושלים), ovvero l’anno prossimo a Gerusalemme.

Dopo quasi due millenni, dopo secoli di persecuzioni e diaspora, dopo le atrocità della Shoah, i cui ricordi erano ancora vividi nel cuore e nella mente dei partecipanti, duecento firme poste su di un rotolo, cambiarono per sempre la storia.

Benedetto sei tu, Oh Signore nostro D-o. Re dell’Universo,

che ci hai tenuti e ci hai preservati fino ad oggi”.

Con queste parole di gratitudine al Creatore, il Rabbino Yehuda Leib Hacohen Fishman terminò la dichiarazione d’Indipendenza. A seguire, le note e le parole di speranza dell’inno Ha Tikvah, che ha accompagnato tutto il Sionismo, e momenti di danze e gioia.

Una gioia e un’allegrezza che vennero dissipate poche ore dopo… All’alba del giorno successivo, 15 maggio 1948, gli eserciti arabi di Libano, Egitto, Giordania, Siria, Iraq ed Arabia Saudita circondarono il neonato Stato d’Israele con lo scopo di distruggerlo. I proclami della Lega araba erano assordanti: “Questa guerra sarà una guerra di sterminio…”. Iniziò quindi per Israele una guerra, la prima, per difendere la propria esistenza e il diritto di vivere nel loro Stato.

Se Dio non fosse stato con loro, non avrebbero mai potuto vincere questa terribile offensiva araba che si concluse nel 1949 con la vittoria d’Israele.

Come il salmista cantò:

Con te noi abbatteremo i nostri nemici,
nel tuo nome disperderemo i nostri avversari.
Io non confido nel mio arco,
e non è la mia spada che mi salverà;
ma sei tu che ci salvi dai nostri nemici
e copri di vergogna quelli che ci odiano.
In Dio ci glorieremo ogni giorno,
e celebreremo il tuo nome in eterno. 

Salmo 44:5-8

Buon 73° compleanno Israele!

“Am Israel Chai”

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